08/02/15
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Si squagliano i ghiacci della terra

Lanciato per studiare i ghiacciai del pianeta, il satellite della Nasa Grace (Gravity Recovery and Climate Experiment) ha riversato a Terra dal 2003 al 2010 una grande quantità di informazione che ora ricercatori della University of Colorado a Boulder hanno trasformato in dati leggibili.
Grace, che rileva le piccole variazioni di gravità legate alla diminuzione o all’aumento dei ghiacci di una certa area, ha puntato la sua attenzione soprattutto sui ghiacci dell’Antartide e della Groenlandia, senza tralasciare quelli delle Alpi e delle altre grandi catene montuose.

L’Italia scompare. Il risultato più eclatante dice che nel periodo di rilevamento i ghiacciai hanno perso 4,3 trilioni di tonnellate di ghiacci, facendo aumentare il livello dei mari di 12 mm. La quantità di ghiacci sciolti avrebbe potuto ricoprire l’Italia con uno strato di ghiaccio alto 15 m.

Sotto controllo tutti i ghiacciai. “La Terra sta perdendo una grande quantità di ghiacci ogni anno e questi risultati ci aiuteranno a dare delle risposte ai numerosi quesiti su questo argomento, primo tra tutti su come le aree polari stanno rispondendo ai cambiamenti climatici in atto”, ha spiegato John Wahr della Boulder University.
Circa un quarto della perdita annua dei ghiacci proviene dai ghiacciai che stanno al di fuori della Groenlandia e dell’Antartide con circa 148 miliardi di tonnellate, il resto viene dalle due grandi aree ghiacciate del pianeta. Il lavoro risulta di grande importanza perché per la prima volta sono stati tenuti sotto controllo tutti i ghiacciai del pianeta, mentre fino al 2003 solo alcuni venivano controllati con precisione da terra e si facevano proiezioni sul comportamento di tutti gli altri.

Meno i ghiacciai alpini, di più quelli antartici. E così sorprendentemente si è scoperto che la fusione dei ghiacci proveniente dall’Himalaya, dal Pamir e da Tien Shan si aggira attorno a 4 miliardi di tonnellate all’anno contro le precedenti previsioni fatte da terra che sostenevano una perdita annua di 50 miliardi di tonnellate. Il possibile errore, sostengo i ricercatori, sta nel fatto che le estrapolazioni sono partite dallo studio di ghiacciai posti a quote relativamente basse, con un’alta fusione in atto, cosa che forse non si sta verificando per i ghiacciai a quote più elevate. Sempre da questa scoperta si è dedotto che l’apporto di acqua negli oceani terrestri da parte dei ghiacciai della catena alpina, di quella himalayana e di quelle presenti in Alaska è assai piccolo, ancor più piccolo di quel che si pensava nel passato (i mari aumentano solo di 0,04 mm all’anno per il loro scioglimento), mentre aumenta così l’importanza dei grandi ghiacciai della Terra, da quello groenlandese a quello antartico.

tratto da focus




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